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Di Gloria In Gloria

DIVIDENDO L’ANIMA DALLO SPIRITO (1)

Capitolo Dieci

Di Gloria In Gloria, libro per David W. Dyer

Pubblicazione di Ministeri "A Grain Of Wheat"

Scritto per David W. Dyer

INDICE

Capitolo 1: L’AMORE DI DIO

Capitolo 2: L’OFFERTA DELLA VITA

Capitolo 3: I DUE ALBERI

Capitolo 4: LE DUE NATURE

Capitolo 5: LA SENTENZA DI MORTE

Capitolo 6: LA SALVEZZA DELL’ANIMA

Capitolo 7: IL TRIBUNALE DI CRISTO

Capitolo 8: MONTAGNE E VALLI

Capitolo 9: IL SANGUE DEL PATTO

Capitolo 10: DIVIDENDO L’ANIMA DALLO SPIRITO (1) (Capitolo Attuale)

Capitolo 11: DIVIDENDO L’ANIMA DALLO SPIRITO (2)

Capitolo 12: PER GRAZIA TRAMITE LA FEDE

Capitolo 13: L’IMMAGINE DELL’INVISIBILE

Capitolo 14: LA SPERANZA DELLA GLORIA



Capitolo 10: DIVIDENDO L’ANIMA DALLO SPIRITO (1)


Quando una persona nasce di nuovo, lo Spirito di Dio entra nello spirito umano. Li’, avviene un’eterna unione. La Bibbia c’insegna che: “Ma chi si unisce al Signore è uno spirito (con il Signore) con Lui” (1Cor. 6:17). Lo spirito di quest’individuo, che prima era morto e nelle tenebre, diventa vivente per la Vita di Dio. Qui, nel “Luogo Santissimo” del sua persona, Dio prende dimora. Qui ce la residenza della nuova Vita in noi. È nel nostro spirito umano che è stato “unito” con lo Spirito Santo di Dio.

Questa nuova Vita ZOE, che adesso abbiamo nel nostro spirito è moralmente superiore, sotto ogni forma, della nostra vita naturale. In tutti gli aspetti della vita esprime la natura divina di Dio. Quindi, quando viviamo attraverso questa Vita, manifestiamo giustizia. Quando viviamo per il nostro spirito, esibiamo la natura di Dio. Questo è proprio ciò che Dio vuole, manifestare Se Stesso attraverso noi al mondo.

Ma ti ricordi che abbiamo anche una vecchia vita PSUCHÊ in noi. Questa vita risiede nella nostra anima ed è chiaramente descritta come la “vita dell’anima”. Come abbiamo visto nei capitoli precedenti,, questa naturale, vita umana invariabilmente esprime la natura peccaminosa e decaduta. Quindi quando viviamo per la nostra anima, manifestiamo il peccato.

Abbiamo quindi due differenti fonti o “dislocazioni” di vita dentro di noi, con due diverse nature. Conseguentemente, ogni cristiano giornalmente, ha un disperato bisogno di discernere quando lui o lei, stanno vivendo per l’anima o per lo spirito. Abbiamo urgente bisogno di sapere dentro di noi il “dividere l’anima dallo spirito” (Eb.4:12). Dato che vivere per lo spirito o vivere per l’anima fa un enorme differenza, è d’assoluta necessità che possiamo saper discernere l’uno dall’altro. Tristemente, molti credenti d’oggi giorno non sanno nemmeno che esiste una distinzione di questo tipo. Ma se non sappiamo quando siamo “nello spirito” o quando stiamo vivendo per l’anima, stiamo effettivamente camminando nell’oscurità e non sappiamo in effetti, dove stiamo andando. (Gio. 12:25). Il nostro Dio è Luce (1Gio. 1:5) e certamente Egli desidera in questo ultimi giorni, d’illuminare i Suoi figli, affinché essi stessi possano camminare nella luce, senza inciampare nella confusione e nell’oscurità. Perciò in questi prossimi due capitoli ci concentreremo su questo: cosa vuol dire essere nello spirito e cosa significa vivere per l’anima.

Un fraintendimento che bisogna subito dire è che lo Spirito Santo viene percepito come un qualcosa che viene dal di fuorché “viene sopra di noi” solo occasionalmente. Mentre certamente questo era vero ai tempi del Vecchio Testamento, nell’esperienza del Nuovo Patto è molto diverso. Lo Spirito Santo è stato dato nel giorno delle Pentecoste ed adesso è dentro ogni credente. Non è un qualcosa (Qualcuno) che stiamo aspettando di ricevere esternamente, ma che abbiamo già ricevuto internamente. Non va e viene, ma vive continuamente dentro ogni credente. Mentre la nostra esperienza della Sua presenza può variare a secondo di come noi lo possiamo “sentire” più forte o meno, Lui è sempre presente nel nostro spirito. È quando lo Spirito “si muove fuori” dal nostro spirito e riempie la nostra anima che noi proviamo Lui con i nostri sensi naturali. Questo potrebbe “sembrare” come se Lui viene sopra di noi, ma in effetti, Egli è semplicemente “uscito” dal luogo santissimo nel luogo santo. Infatti, lo Spirito Santo Può anche riempire il “cortile esterno”, in riferimento al nostro corpo fisico (Rom. 8:11).

Più avanti andremo a parlare di queste esperienze più “esterne” ; ma in questo capitolo ci concentreremo sulle esperienze che noi possiamo avere dello Spirito Santo nel nostro spirito. È qui che risiede la presenza di Dio, ed è qui che la Fonte della Vita abita. Vediamo quindi che è essenziale per ogni credente sapere come discernere se sia o no che è nello spirito o sta vivendo nell’anima.

Alcuni credenti potrebbero non capire chiaramente l’uso dei termini nelle Scritture: “nello spirito” e “Nello Spirito.” Può darsi che la spiegazione di seguito, potrà dare un’immagine più chiara. Nel Nuovo Testamento quando una ‘S” maiuscola è usata nella parola “Spirito”, indica lo Spirito Santo. Viceversa, quando è usata una “s”, indica lo spirito dell’uomo o “lo spirito umano”. È interessante sapere che la lingua Greca usata per scrivere il Nuovo Testamento non esistono lettere “minuscole”. Tutte le lettere sono “maiuscole”. Quindi, per poter sapere e distinguere quando il testo si riferisce allo spirito umano o allo Spirito Santo, i traduttori, dovevano riferirsi al contesto. Qualche volta anche dal contesto diventa virtualmente impossibile di capire se l’autore originale stava parlando dello spirito umano o dello Spirito Santo. Comunque per noi questo non Può crearci della confusione. Questi due spiriti, quello di Dio e quello dell’uomo, sono adesso stati “uniti” in uno in noi (1Cor. 6:17). Di conseguenza, quando siamo “nello Spirito”, noi pure siamo nello Spirito.

Ogni vita genuina del cristiano è vissuta tramite “lo Spirito”, che è, una manifestazione della Vita che è emanata dal nostro spirito. Siamo chiamati a “camminare nello spirito” (Gal. 5:16-25).Siamo esortati ad essere “condotti dallo Spirito” (Rom 8:14). Dobbiamo certamente “adorare Dio nello spirito” (Gio. 4:24), dato che è l’unica forma d’adorazione accettabile per Dio. Paolo dichiaro` che serviva Dio “con il suo spirito” (Rom. 1: 9) e noi stessi dobbiamo servirLo “In novità di spirito” (Rom. 7:6). Dobbiamo” vivere in accordo allo Spirito” (Rom8:12). Il nostro servizio deve essere nello “Spirito” (Gal.3:5). La nostra vita deve far vedere i “doni dello Spirito” (Gal. 5:22). È importante per noi di “seminare nello Spirito” (Gal6:8). La nostra unione in Cristo, con altri credenti “è nello Spirito” (Ef.4:3). Dobbiamo pregare nello “Spirito” ( Ef. 6:18), “essere di un sol spirito” (Fil. 2:1), avere “l’amicizia dello Spirito” (Fil. 2:1), “l’amore dello Spirito” (Col. 1:8) e così ancora. Veramente la sorgente del vero cristianesimo è “nello (S)spirito”.

Avendo tutto questo in mente, come fa un cristiano a sapere quando è nello spirito? Per saperne di più, ritorniamo a guardare le istruzioni intorno al Tabernacolo che Dio diede a Mosè da costruire. Come abbiamo visto al capitolo 6, questa struttura era divisa in tre parti, che corrispondono alle tre parti dell’uomo: corpo, anima e spirito. Aveva un cortile esterno, un luogo santo e un luogo santissimo. É questa parte più interna che ci parla dello spirito umano, il luogo di dimora dell’Iddio Altissimo. In questo luogo santissimo, Dio ordinò a Mosè di mettere l’Arca dell’Alleanza. Sopra l’Arca furono messi due cherubini d’oro, sul lato in cima e il lato opposto, con le ali distese a coprire l’arca, il luogo dove apparve la gloria di Dio.

Dentro l’arca furono posti tre elementi: un vaso d’oro pieno di manna, la verga d’Aronne che aveva sbocciato, fiorito e fruttificato delle mandorle e per ultimo, le due tavole della legge, sui quali erano scritti i dieci comandamenti. Questi elementi non erano scelti a caso, ma hanno un importante significato spirituale. Questi non erano soltanto delle reliquie religiose giudaiche, ma ci parlano ancora oggi. Significativamente, alcuni insegnanti bibblici hanno individuato in essi tre funzioni dello spirito umano. Ed è che il nostro spirito possiede tre “abilità.” Queste tre funzioni corrispondono ai tre elementi che erano posti nell’Arca dell’ Alleanza. É molto importante per noi saper capire cosa rappresentano per noi, perché quando conosceremo la funzione di questi tre elementi, sapremo che siamo “nello spirito” o che altrimenti siamo alla presenza del Signor.

LA MANNA NEL VASO D’ORO

La prima funzione del nostro spirito umano è la capacità di avere comunione con Dio. Questo è quel che significa a noi la presenza della manna nel vaso d’oro. Chiaramente, questa manna ci parla del “pane celeste venuto dal cielo” (Gio. 6:41), il cibarci del Signor Gesù. Questo nutrimento celeste, venne veramente in un contenitore d’oro, che rappresenta la purezza e l’incorruttibilità di Cristo. Nel capitolo 4, abbiamo accennato alcuni aspetti spirituali della realtà nella comunione con Dio e come possiamo crescere in questa più importante esperienza di vita. Se non sei ben sicuro, puoi riguardare questo soggetto nei paragrafi del capitolo 4 che parla della comunione.

Comunione vuol dire avere amicizia con Dio. Quando siamo nello Spirito, abbiamo amicizia con Dio. Sentiamo la Sua presenza in noi. Abbiamo come un costante dialogo in preghiera. ( Vedi 1 Tess. 5:17). Questa comunione con l’ Altissimo è una sicura indicazione che siamo nello spirito. Deve essere usato come una guida postale per la nostra vita cristiana. Se questa intima relazione e sensazione della Sua presenza è mancante, vuol dire che c’è qualcosa di sbagliato. In qualche modo, siamo in un posto in cui non dovremmo essere. È nella completa volontà di Dio che tutti i Suoi figli devono “camminare nello spirito” (Gal. 5:16), sottintendendo che questa dovrebbe essere una normale, permanente esperienza per tutti i credenti. Essere nello “spirito”, non s’intende come una “benedizione” ogni tanto, ma una prassi costante. La nostra comunione con Dio è la sorgente dalla quale sgorgano tutte le virtù e le opere cristiane vere.

Quindi questa è la vera prova. Camminare nello spirito è vivere in stretta comunione con Dio. Quelli che hanno questa comunione, sanno come cibarsi di Lui. Sanno come bere del Suo Spirito e sanno come “vivere” di Lui (Gio. 6:57). Se, invece dal altro canto, non stai camminando giornalmente in intimità con Dio e quindi non conosci questo senso della Sua presenza, allora è quasi certo che non stai camminando nello Spirito. Come alternativa è che stai vivendo nella carne, guidato dalla vita dell’anima. Ora l’anima Può sembrare molto religiosa e sembra che possa fare molte cose “per Dio”. Incontri di chiesa, decime, letture bibbliche, pregare, essere “attivo” nel servizio di Dio- Tutte queste cose possono essere fatte dallo sforzo dell’anima. Ma la sola sorgente dell’autentico cristianesimo è lo Spirito di Dio che vive nel nostro spirito umano. Per essere approvato da Dio, tutte le nostre parole, pensieri ed azioni devono essere il risultato della nostra intima relazione con Lui per mezzo dello Spirito. Per vivere nel e per lo spirito, dobbiamo essere in comunione con Dio. Questo è il significato della manna nel vaso d’oro.

LA VERGA DELL” AUTORITÀ (L’ INTUIZIONE)

Il secondo elemento nell’ Arca è la verga d’Aronne. Questo bastone era il simbolo della divina autorità - della guida dello Spirito Santo. Anche dentro il nostro spirito troviamo questa funzione importante. Quando siamo alla presenza di Dio, speoo sentiamo la Sua guida. Chiameremo questa funzione “intuizione”. Quando siamo in comunione con Dio, in qualche modo, in modo indefinibilmente, sappiamo che cosa Egli vuole che noi facciamo. Per esempio, sentiamo l’inclinazione di pregare. Può darsi che sentiamo il bisogno di visitare qualcuno o di uscire per evangelizzare. Un’infinità di istruzioni possono esserci comunicate, mentre siamo nello spirito. Questo è ciò che vuol dire “camminare nel Signore.” È mentre stiamo vivendo in una comunione costante con Lui, che Egli dirige la nostra vita attraverso la guida dello Spirito. Questo non significa che “sentiamo delle voci” o che sappiamo esattamente cosa dobbiamo fare. È semplicemente che sentiamo una certa inclinazione, un desiderio o un impulso spirituale di fare o dire una cosa particolare. Questa è la funzione dell’intuizione nel nostro spirito.

Non sto sottovalutando il fatto che Dio Può usare fatti esterni, come circostanze, denaro ed anche occasionalmente “velli” per guidare i nostri passi. Ma voglio soltanto insistere ancora che la nostra primaria fonte di guida è lo Spirito di Dio dentro il nostro spirito. Se noi ci adagiamo su “accadimenti” superficiali, sentimenti, coincidenze, sogni, profezie, ecc. Come guida spirituale, stiamo già camminando nell’inganno. Troverai sempre che quando circostanze esterne vengono usate da Dio per dirigerti, nel tuo spirito riceverai contemporaneamente una “testimonianza”, avrai sempre un senso di pace spirituale. Quando queste due cose sono in conflitto (i.e. “lideranze esterne” come profezie o circostanze casuali e la pace interiore dello Spirito Santo nel tuo spirito) la cosa più affidabile come direttiva è la pace di Dio dentro di noi. La Bibbia ci insegna che dobbiamo lasciare che la pace di Dio “comandi” o governi i nostri cuori (Col. 3:15). Questo significa che come l’arbitro in alcuni eventi sportivi, hanno l’ultima parola, così la pace di Dio nel nostro spirito deve essere il giudice finale. Non fidarti mai delle opzioni altrui, quando non hai riposo nel tuo spirito. Disobbedire al sentito interiore della guida di Dio nel tuo spirito, Può portarti al disastro. Per favore prendi quest’avvertimento da una persona che ha sbagliato molte volte in questo modo e rimpiangendo di averlo fatto.

Quando crediamo che Dio ci ha dato una qualche direzione nel nostro spirito, non è mai sbagliato chiedere una conferma. Come prima cosa possiamo guardare alla Sua Parola, per vedere che quello che pensiamo si armonizzi con quello che Lui ci dice attraverso la pagina scritta. Se si, allora è probabile che è la sua Voce che stiamo ascoltando. Se invece no, allora i nostri impulsi sono sbagliati e dobbiamo ricominciare da capo a ricercare la Sua guida. Possiamo anche chiedere a Dio di confermare la Sua guida in molti modi che Egli Può scegliere. Inoltre possiamo chiedere il consiglio ad altri credenti che sappiamo essere maturi spiritualmente e sensibili alla guida dello Spirito. Quelli più maturi, non si precipiteranno a darti consigli, ma ti aiuteranno a farti capire quello che realmente Dio ti sta dicendo. A volte il Signore userà anche dei Leaders, per dare una guida, comunque, l’uomo di Dio non dovrebbe mai appoggiarsi ad un altro uomo, ma ricercare il volto di Dio stesso, fino ad avere la sicurezza nel proprio cuore per sapere quale sia la direzione dello Spirito. Questa non è una licenza per ribellarsi, ma una ammonizione per sentire chiaramente la voce di Dio. Ricordati, è a Lui che dovremo rendere conto di ogni cosa.

La coscienza della guida dello Spirito Santo nel nostro spirito è la funzione della verga d’Aronne. Quando siamo in comunione nella presenza di Dio, avremo una “intuizione” per sapere cosa fare. In questo modo saremo condotti dallo Spirito. Questa esperienza crescerà sempre più forte in noi, di pari passo con la nostra crescita spirituale. Diventando più maturi, la sensibilità verso la guida dello Spirito, diventerà sempre più chiara e nitida. In questo modo, il nostro Signore ci Può condurrere con sempre più “dettagli.” Fin anche vedremo l’espressione del Suo volto o lo sguardo dei Suoi occhi e ci faranno sapere la Sua disapprovazione o approvazione. Questa abilità nel crescere, per capre e sentire la conduzione dello Spirito Santo, è un segno di maturità spirituale. Coloro che sono condotti dallo Spirito sono indubbiamente i figli maturi di Dio (Rom. 8:14).

Quando noi stiamo “intuendo” o sentendo la lideranza di Dio in noi, allora sappiamo che siamo nello spirito, dato che questa è una delle funzioni dello spirito. Ma se desideriamo restare nello spirito, che vuol dire vivere continuamente nella presenza di Dio, allora dobbiamo ubbidire a quello che lo Spirito ci dice. Questo è un importante principio spirituale. Se non ascoltiamo Dio e non facciamo ciò che desidera, diventerà impossibile per noi vivere alla Sua presenza. Quando siamo disubbidienti, il nostro relazionamiento con Dio diventa difficile, se non impossibile. Questo perché, più profondo è il rapporto alla Sua presenza, più forte ci parlerà la verga d’Aronne. Più desideriamo essere in intimità con Lui, maggiormente conosceremo l’autorità. Se siamo stati disubbidienti, la sola soluzione è il pentimento. Questo vuol dire chiedere perdono e anche decidere di fare qualsiasi cosa che Dio ci chiederà di fare. Quanti credenti oggi giorno stanno vivendo una vita dell’anima, perché non vogliono ubbidire alla voce del Signore! Possono anche osservare superficialmente certi dettami e riti religiosi, ma dentro sanno che non sono giusti davanti a Dio.

L’unica alternativa per cristiani disubbidienti è di vivere per la vita dell’anima. Oh, potrebbero “entrare” nello Spirito, una volta ogni tanto in momenti d’adorazione o di preghiera. Ma non si trovano a loro agio alla presenza di Dio, mentre la Sua verga sta parlando. Pensaci. Se Dio ti dice di andare in Cina, per servirLo, ma tu non ci vai, manterrai lo stesso, quella dolce intimità con Lui? Quando dice “no” a qualcosa che vogliamo, e noi facciamo di testa nostra, possiamo restare alla Sua presenza, mentre gli siamo ribelli? Può darsi che ci immaginiamo che il sacrificio di Gesù è sufficiente per recuperare la nostra relazione con Lui. Hai in mente il re Saul e la sua offerta a Dio? Quale fula risposta divina? “L’ubbidire è meglio del sacrificio, dare ascolto vale più che il grasso dei montoni” (1Sam. 15:22). Per ristabilire il tuo rapporto con Dio, non richiede solamente il sacrificio di Gesù, ma anche l’ubbidienza. È impossibile vivere in disubbidienza a Dio e vivere nello spirito. Un figlio o una figlia disubbidienti, non si sentiranno mai confortevoli alla Sua presenza. Per vivere in intimità con Lui, devi anche ubbidire e fare qualsiasi cosa ti chieda. Lui deve essere veramente il Signore della tua vita.

LE TAVOLE DI PIETRA (LA COSCENZA)

Dentro l’ Arca della Alleanza, troviamo inoltre le due tavole di pietra con incisi i dieci comandamenti, scritti con il dito di Dio. Questa era la Legge di Dio. Ma oggi giorno abbiamo un’altra legge. Questa non è scritta sulla pietra ma su cuori di carne (Eb. 8:10). Questa è una funzione del nostro spirito che noi chiameremo “coscienza”. Questa “parte” dello spirito, la coscienza, pare che operi anche in una persona non nata di nuovo, ma in un modo più limitato. È probabile che Dio abbia lasciato una scintilla di luce spirituale nell’ uomo naturale, per aiutarlo ad essere consapevole del peccato. Ma comunque, quando nasciamo di nuovo, questa parte del nostro spirito diventa sempre più attivo. Incrementiamo sempre più la capacità di sapere quando offendiamo il nostro Signore o qualcun’altro. Spesso, non c’è affatto bisogno che qualcuno ci dica che abbiamo fatto o detto qualcosa di sbagliato. A volte, anche se non abbiamo violato nessun codice di leggi, nel nostro profondo, nello spirito, sentiamo che abbiamo offeso il nostro prezioso Salvatore. Come facciamo a saperlo? È perché questa parte del nostro spirito, la nostra coscienza, ci sta parlando. È la “legge dello Spirito della vita” (Rom. 8:2) che sta scritta dentro di noi.

Questa funzione dello spirito è molto importante. Questa “abilità” che sa quando piaciamo a Dio o no, risiede nel centro della nostra relazione con Lui. Il nostro Dio è una persona vivente, quindi dobbiamo prendere cura del nostro rapporto con Lui, così come faremmo con un amico o la nostra sposa. Se noi dovessimo offendere o far arrabbiare qualcuno con cui abbiamo un rapporto molto stretto, dobbiamo cercare di rimettere le cose a posto, per poter continuare ad avere una buona relazione. È così anche con Dio. Non possiamo aspettarci di avere un rapporto personale così vicino a Lui, quando Lo stiamo offendendo. Per esempio, se stai fornicando con la tua ragazza o il tuo ragazzo, puoi lo stesso vivere alla Sua presenza? Sarà che “applicando il sangue di Gesù” renderà Dio cieco di fronte alla tua condotta sbagliata? No! Possiamo soltanto essere giusti con il Signore, comportandoci correttamente con Lui.

Quando ci sbagliamo con il nostro comportamento, pensieri, parole o azioni, questa “coscienza” parte del nostro spirito, diventa attiva. Lavora per convincerci di peccato. E quando lo fà, bisogna portare questo peccato nella luce di Dio. Questo comporterà il pentimento del peccato e l’impegno di non offendere mai più il nostro Signore in questo modo. Non si tratta solo di dire che ci dispiace, ma di essere dispiaciuti. Se non ci impegniamo a mantenere questo tipo di rapporto pulito con Gesù, sarà impossibile vivere nello spirito. Quando ci parla la coscienza, prendiamo tutte le dovute azioni per rimettere le cose a posto.

RICORDANDOCI DEL NOSTRO FRATELLO

Non solo quanto detto è vero nella nostra relazione con Dio, ma Egli richiede che manteniamo un rapporto corretto con il prossimo. Se nella vita quotidiana manchiamo nei loro confronti, dobbiamo cercare di rimediare a quelloche abbiamo fatto. Leggiamo in Mat. 5:23: “Se dunque tu stai per offrire la tua offerta sull’altare e li’ ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia li’ la tua offerta davanti all’altare, e va’ prima a riconciliarti con tuo fratello; poi vieni a offrire la tua offerta.” Di “portare la tua offerta all’altare” oggi giorno significa che, entriamo nella presenza di Dio per adorarLo avendo comunione con Lui. La nostra “offerta” è il sangue di Gesù. Ma perché mentre siamo alla presenza del nostro Signore, improvvisamente in cominciamo a “ricordarci” del nostro fratello? Questo è perché, nella Sua presenza la coscienza incomincia a parlare. Il più ci avviciniamo al Suo Trono, più forte si farà sentire la voce della coscienza nel nostro spirito. L’unica soluzione è di andare e rimettere le cose a posto con coloro che abbiamo offeso.

Questo è assolutamente un principio spirituale essenziale. Senza sapere e seguire la nostra coscienza, non andremo da nessuna parte. É impossibile essere in comunione con Dio quando la nostra coscienza ci tormenta. Paolo, l’apostolo era dolorosamente consapevole di questo. Disse: “Per questo anch’io mi esercito ad avere una coscienza pura davanti a Dio e agli uomini” (Atti 24:16).Per lui la questione di una coscienza chiara e pulita era di massima importanza- un esercizio quotidiano. Sicché, se abbiamo offeso Dio, dobbiamo rimetterci a posto con Lui. Se abbiamo offeso delle persone, dobbiamo fare tutto il possibile per fare altrettanto. Non è sufficiente pentirsi solo davanti a Dio. Anche quando sono coinvolte altre persone, dobbiamo rimediare. Questo significa che dobbiamo andare da loro, scusarci per quello che abbiamo fatto e chiedere perdono. Se non è possibile farlo faccia a faccia, possiamo telefonare, scrivere una lettera o fare qualsiasi altra cosa per mettere le cose a posto. Una buona coscienza è così importante che trascurala Può addirittura portarci ad un “naufragio” in quanto alla fede (1Tim. 1:19). Molte volte la nostra carne oppone resistenza per confessare la nostra colpa a uomini o donne. Il problema è il nostro orgoglio. Per poterci pentire, dobbiamo umiliarci ed ammettere che le nostre attitudini, azioni e parole erano ingiuste. Erano egoiste, peccaminose e hanno offeso delle persone. Queste offese potrebbero essere di tipo emozionale, fisico o finanziario. In qualsiasi modo abbiamo offeso qualcuno, dobbiamo a tutti i costi andare da loro e pentirci e dobbiamo fare tutto il possibile e chiedere perdono. Umiliarci è assolutamente essenziale se vogliamo mantenere il nostro rapporto con Dio. Egli “resiste il superbo” (1Pt. 5:5) ma, ama avere confidenza con l’umile. La pulizia della nostra coscienza ci darà nuovi livelli di comunione con il nostro Dio.

COINVOLTI CON IL PASSATO

Questo bisogno di rimediare ai rapporti con il prossimo si applica tanto al presente come al passato. Fin troppi credenti stanno “cercando di andare avanti con il Signore” senza mai pentirsi e riconciliarsi con il proprio passato. Stanno tirandosi dietro un sacco di valige pesanti, compiendo ben pochi progressi spirituali. Molti di questi, quando diventano cristiani pensano che tutto il loro passato è perdonato e dimenticato. Questa è una piacevole idea, ma non è completamente vera. Per quanto riguarda Dio, quando confessiamo e ci pentiamo di tutti i nostri peccati passati, certamente siamo perdonati. Ma per quanto riguarda gli uomini, abbiamo l’obbligo di andare da loro e pentirci. Non c’É possibilità di “andare avanti” se non si ritorna indietro. La Parola di Dio è chiara: “Dio riconduce ciò che è passato” (Ecl. 3:15). Questo significa che dobbiamo andare da coloro verso i quali abbiamo peccato, pentirci, chiedere perdono e poi fare il possibile per riconciliarsi. Se abbiamo rubato, dobbiamo restituire il denaro, impiegare tutto il tempo, il costo e l’impegno che richiede per farlo. Se abbiamo ferito moralmente qualcuno, dobbiamo ammettere i nostri errori e chiedere perdono. Che sia o non sia che lo abbiano fatto a loro vota contro di noi, questo non cambia il fatto. Se poi essi stessi si pentono, non cambia niente, rimaniamo obbligati verso di loro. Il nostro peccato non è annullato perché l’altro ha reagito peccando contro di noi.

Facciamo qui di seguito alcuni esempi, per meglio illustrare con chiarezza la situazione. Supponiamo che un Tale ha fatto una rapina in banca. Poi il giorno dopo, questo Tale riceve nuova vita in Gesù Cristo. Può tenersi i soldi? Dato che alcuni insistono che siamo completamente perdonati, allora Può dimenticarsi del furto e vivere godendosi il bottino? No! Pensiamo adesso a qualcuno che nel passato ha divorziato. È possibile che erano completamente innocenti? È concepibile che in tutta la relazione matrimoniale non abbiano detto niente per cui devono pentirsene? Allora cosa bisogna fare? Devono mettersi in contatto con la persona che hanno offeso, ammettere le proprie colpe per il fallimento della relazione e chiedere perdono. Non fà nessuna differenza se anche l’altra persona ha peccato. Questo fatto non Può neanche essere preso in considerazione. La nostra parte è quella di pentirci e chiedere perdono.

Quando pecchiamo contro il prossimo, dobbiamo tentare il tutto per tutto per rimediare. Se si tratta di soldi, li dobbiamo restituire (Lu. 19:8). Se abbiamo diffamato qualcuno, dobbiamo fare in modo che la verità sia saputa a tutte le persone coinvolte. Come regola generale, se abbiamo peccato pubblicamente, dobbiamo pentirci pubblicamente. Se lo abbiamo fatto privatamente, andiamo da queste persone privatamente. Quando è possibile dobbiamo restituire a chi abbiamo sottratto, che siano soldi, reputazione o proprietà.

Ovviamente vi sono alcune situazioni, dove rimediare non è possibile. Se abbiamo ucciso qualcuno, certo non lo possiamo riportare in vita. Se abbiamo messo qualcuna in cinta o siamo rimaste in cinta con una relazione extra coniugale, non c’è una soluzione senza dover peccare. Dobbiamo fare di tutto per rimediare alle situazioni, quando e come è possibile. Senza dubbio il Signore ci darà saggezza in queste cose, facendoci vedere come e il quando. Se il nostro cuore è veramente desideroso e umile, Egli ci aiuterà a chiarire la nostra coscienza.

È vero che vi sono persone che hanno, come dire, delle “deboli” coscienze. Sono facilmente suscettibili alle accuse del nemico. Vivono continuamente nei sensi di colpa. Li aiuterà a risolvere questo combattimento nella propria coscienza, facendo un passo per volta, ottenendo chiarezza. Sapendo che hanno fatto tutto per chiarire il passato e il presente in relazione a Dio e al prossimo, questo darà permanentemente una solida base per resistere ad eventuali accuse nel futuro. Purtroppo è anche possibile che talvolta delle persone vivono un senso di condanna, per cose mai fatte, ma sono li’ a causa di altre cose nascoste nel cuore e che non desiderano che siano portate alla luce. Questo indebolisce la loro coscienza e diventa vulnerabile alle false accuse.

Per vivere e camminare nello Spirito, l’esperienza della manna, della verga d’ Aronne e le tavole di pietra, sono indispensabili. Senza di loro, l’unica alternativa è vivere con la vita dell’anima. Il rifiuto di sottomerci a Dio in queste cose ci porta a due condizioni. Il primo è quando una persona è ribelle a Dio e ammettendolo a se stesso, semplicemente smette di seguire o tentare di seguire Gesù. La seconda ipotesi è quando una persona resistendo all’autorità dell’ Altissimo, tenta di fingere che tutto va bene. Nasconde a se stesso e agli altri la propria ribellione, cercando di agire come se fosse un “buon cristiano” e fingendo che tutto va bene. Questo individuo svilupperà una religione che è propria dell’anima. Voglio dire che in questo modo, tenterà di ubbidire ai principi bibblici usando gli sforzi della propria anima, frequenterà gli incontri della chiesa e farà cose che gli altri credenti pretendono che faccia. Tutto questo sarà fatto senza una intima comunione con Dio e perciò sarà fatto solo con la forza umana e uno sforzo naturale. Il risultato è che Può sembrare una buona imitazione della vera Vita spirituale, ma ha un diverso sapore. Invece di un soave aroma di Cristo, ha un secco e morto senso di costrizione. Invece del fluire dell’acqua della Vita, c’è l’obbligo del “dovere.” La persona coinvolta sta tentando di servire a Dio, ma non ne’ è realmente sottomesso.

È essenziale per tutti i cristiani d’imparare a camminare nello spirito. Non c’è un altro modo per piacere a Dio. Sappiamo di essere nello spirito, non per via di sensazione fisiche, ascoltando “voci” o avendo forti emozioni, ma dal conoscere la manna, la verga d’ Aronne e le tavole di pietra. Quando abbiamo una comunione spirituale con Gesù, quando sentiamo la Sua guida e quando sappiamo che Lo abbiamo offeso, questa è una indicazione sicura che siamo nello (S)spirito. È dallo Spirito che scorrono tutte le Sue virtu`. Possa Iddio avere pietà di noi, che possiamo vivere quotidianamente alla Sua presenza, così che dal nostro spirito, il Suo spirito Può rivelare la Sua vita attraverso di noi.

Fine del Capitolo 10

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Capitolo 1: L’AMORE DI DIO

Capitolo 2: L’OFFERTA DELLA VITA

Capitolo 3: I DUE ALBERI

Capitolo 4: LE DUE NATURE

Capitolo 5: LA SENTENZA DI MORTE

Capitolo 6: LA SALVEZZA DELL’ANIMA

Capitolo 7: IL TRIBUNALE DI CRISTO

Capitolo 8: MONTAGNE E VALLI

Capitolo 9: IL SANGUE DEL PATTO

Capitolo 10: DIVIDENDO L’ANIMA DALLO SPIRITO (1) (Capitolo Attuale)

Capitolo 11: DIVIDENDO L’ANIMA DALLO SPIRITO (2)

Capitolo 12: PER GRAZIA TRAMITE LA FEDE

Capitolo 13: L’IMMAGINE DELL’INVISIBILE

Capitolo 14: LA SPERANZA DELLA GLORIA

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